ITACA: un gioco per raccontare e raccontarsi
Aiutiamo gli educatori e le educatrici a riflettere sull'importanza di saper affrontare le avversità, avendo sempre fiducia in sé stessi.
A cura di Silvia Nanni, Pedagogia Generale e Sociale, Università degli Studi dell’Aquila
(Adattato da: A. Vaccarelli, 2015), Itaca. Un gioco per raccontare, raccontarsi, incontrare, incontrarsi, in Nanni S., a cura di (2015), Educare oltre confine. Storie narrazioni intercultura, FrancoAngeli, Milano).
INTRODUZIONE
Itaca è pensato come un gioco da utilizzare nei contesti di formazione di adulti e giovani adulti (genitori, insegnanti, educatori) per stimolare la resilienza. Il gioco può essere proposto nei contesti in cui è necessario dare supporto alle capacità di resilienza degli individui e dei gruppi, lavorando sulla motivazione e sull’autostima, attraverso la riflessione sulle modalità di rappresentazione del sé individuale o di gruppo all’interno di trame narrative che si incontrano e che si riflettono. Itaca non intende soltanto promuovere l’ascolto e il dialogo, ma anche tirare fuori, quella capacità di rispondere alle avversità, di individuare nuovi equilibri, di adattarsi al nuovo che richiede autostima, sentimento del noi e della base sicura, analisi e valutazione delle situazioni (appraisal): l’eroe e il suo atto, quali stimoli del gioco (sentirsi eroe o eroina), vogliono promuovere una rilettura della propria vita o di un suo particolare momento in cui emerga l’autostima, il sentirsi attori e artefici, potenti di fronte alle avversità e alle cose-più-grandi-di-noi, senza tuttavia assumere atteggiamenti di onnipotenza o di negazione del dolore o della sconfitta.
Obiettivi:
• Stimolare la resilienza lavorando su autostima e motivazione
• Promuovere l’ascolto e il dialogo
ATTIVITA’ IN SEMPLICI PASSI:
• Mi presento in un minuto
I membri del gruppo, disposti in cerchio, sono invitati dall’adulto a presentarsi molto brevemente, (come mi chiamo – Da dove vengo – Le cose che mi piace fare - Le mie radici – Le mie aspirazioni e sogni – Il mio “viaggio”). L’adulto consegna un gomitolo di lana al primo volontario, il quale, dopo essersi presentato, tenendo stretto il capo del filo lancia il gomitolo ad una persona di sua scelta. Così, per tutti i partecipanti, fino ad ottenere, oltre alle presentazioni, una ragnatela di filo di lana che rappresenterà le idee di trama, incontro, intreccio. Da ultimo, si presenta il conduttore nei panni del cantastorie.
• Presentazione e scelta delle carte dell’eroe
Ciascun membro del gruppo è invitato ad estrarre una carta da un mazzo di 30, contenenti illustrazioni e/o l’indicazione di un’azione, generica, che l’eroe compie o di una situazione in cui si trova (Fig. 1). L’adulto suggerisce di non leggere subito il contenuto della carta, ma di attendere che tutti l’abbiano in mano. Suggerisce anche ai partecipanti di non condividere con gli altri il contenuto della carta estratta. Va specificato che le carte si riferiscono agli eroi e alle eroine. Non sempre l’eroe fa gesta eroiche, a volte può provare i sentimenti di tutti gli umani, l’eroe si rivela per quello che è: una persona coraggiosa.
Dopo aver dato il via alla lettura, si invita a chiudere gli occhi e a pensare ad uno o a più momenti particolarmente significativi della propria vita evocati dalla carta (tav. 1).
Le carte estratte vengono rimescolate e si distribuiscono taccuini o quaderni su cui ognuno può rappresentare liberamente attraverso parole e disegni ciò che la carta stimola. La scelta delle modalità espressive è assolutamente libera. Va chiarito che i contenuti saranno presto condivisi. Il tutto con 5 minuti di tempo.
Al termine, l’adulto prende le carte, le mescola ed estrae la prima. La persona che si riconosce nella carta viene dunque invitata a raccontare, in un tempo di 10 minuti, le sue esperienze.
• La costruzione della storia comune
Al termine del giro, l’adulto invita i membri del gruppo a costruire una storia che sia il frutto dell’incontro di tutte le storie raccontate, che abbia le seguenti caratteristiche:
- Costruire una storia verosimile, in cui ambientazioni, elementi, personaggi, fatti siano effettivamente tratti dalle storie messe in comune
- Va pensato un inizio della storia con il riferimento ad una o più ambientazioni
- L’eroe non va individuato in nessuno degli “eroi” o delle “eroine” presenti: è una figura altra, nuova, da definire, che assume e sintetizza le caratteristiche di tutti quanti e che ne aggiunge di nuove. Può essere donna o uomo, ragazza o ragazzo, bambina o bambino, anziana o anziano, di qualunque posizione rispetto alla religione, di qualunque etnia, estrazione sociale, condizione psico-fisica, orientamento sessuale
- Prevedere un evento centrale di fronte al quale articolare la narrazione
- Sottolineare, almeno una volta, il ruolo del caso (l’incontro fortunato o sfortunato, la coincidenza imprevista) e il ruolo dell’eroe o degli altri protagonisti di fronte ad esso
- Nuovi elementi sono ben accetti, sempre che siano riferiti ai ricordi dei partecipanti, che possono emergere anche in questa fase del gioco
- Protagonisti e antagonisti vanno individuati dentro le storie che le carte dell’eroe hanno stimolato
- Il finale può essere aperto, chiuso, a più vie
Nell’arco di un tempo di 60 minuti viene chiesto ai partecipanti di cooperare alla stesura della storia. La restituzione della stessa può avvenire attraverso le tecniche che il gruppo preferisce, dando spazio all’uso del corpo e eventuali materiali poveri messi a disposizione. A conclusione di questo importante passaggio il gruppo o i gruppi si salutano non prima che l’adulto abbia avviato un giro di confronto (come stai?/come ti sei sentito?).
SUGGERIMENTI PER GLI ADULTI DI RIFERIMENTO CHE CONDUCONO L’ATTIVITÀ:
Dividere i partecipanti in gruppi massimo di 10/12 componenti (quanto più disomogenei).
L’adulto si presenta ma entrando nei panni di un personaggio diverso da quello che effettivamente è, assumendo quasi il ruolo del cantastorie.
La scansione temporale proposta è puramente esemplificativa, pertanto può subire modifiche in ragione del setting a disposizione, del numero dei partecipanti e dei gruppi.
Preparare una scheda (o più) su un foglio/cartoncino con i riferimenti agli eroi/eroine, specificando che le azioni possono essere le più diverse.
Favorire costantemente il fluire della conversazione.
Stimolare creativamente la restituzione finale.
DURATA
La durata può variare in base al numero di partecipanti e dei gruppi: la durata media è di 3 ore. L’attività può essere suddivisa in due appuntamenti.
MATERIALI
Gomitolo di lana, Fogli/Cartoncini (anche colorati), forbici, taccuini, materiali vari per la “costruzione”/restituzione della storia finale.