Autoimmagine e Social Media: Le Aspettative Irrealistiche Generate dai Filtri

girl with mirror
Reksita Wardani

Nel mondo digitale di oggi, i social media sono parte integrante della vita quotidiana. L’ascesa di piattaforma basate sull’immagine ha favorito l’uso di filtri e fotoritocco, strumenti creativi che però rischiano di confondere realtà e immagine idealizzata, con effetti negativi sulla salute mentale dei più giovani.

Sui social si mostra spesso una versione modificata di sé, creando un’“illusione di perfezione” dove pelle liscia, occhi grandi e volti scolpiti diventano la norma. Questo fenomeno, che coinvolge ragazze e ragazzi è legato a crescente insoddisfazione fisica e dismorfismo corporeo, una percezione distorta e ipercritica del proprio aspetto. Una condizione caratterizzata da una percezione distorta e ipercritica del proprio aspetto fisico, distinta da questioni legate all’identità di genere.

I filtri non sono più solo elementi ricreativi: sono diventati strumenti di autopresentazione che imitano effetti della chirurgia estetica, promuovendo standard irrealistici, contribuendo a un’enfasi crescente sull’aspetto fisico e a una discrepanza sempre più marcato tra immagine filtrata e corpo reale. Con la diffusione della ‘cultural selfie’, queste estetiche artificiali influenzano non solo come ci vedono gli altri, ma anche la nostra auto-percezione. Non si tratta di vanità, ma di una distorsione cognitiva: più ci abituiamo ai filtri, più li interiorizziamo come standard di bellezza. Va ricordato che i filtri agiscono all’interno di una rete culturale più ampia – social, media e dinamiche tra pari – che può rafforzare visioni distorte di sé e insoddisfazione corporea.

Adolescenti e autostima: rischi per la salute mentale

L’adolescenza è una fase cruciale per lo sviluppo dell’immagine corporea, segnata da cambiamenti biologici, psicologici e dall’elaborazione dell’identità personale e di genere. In questo contesto, i filtri possono accentuare insicurezze già presenti, generando un circolo vizioso: ci si sente più sicuri online, ma sempre più insoddisfatti nella vita reale. Questo divario tra immagine virtuale e reale può aumentare ansia, depressione e bassa autostima.

Sebbene i filtri possano anche offrire spazio alla creatività e a una temporanea fiducia online, questa raramente si traduce nel quotidiano. Nonostante movimenti come il “body positivity movement”, le ricerche mostrano una correlazione tra uso dei social e insoddisfazione corporea. I filtri, insieme ai messaggi veicolati da social e media, promuovono ideali di bellezza distorti, con potenziali conseguenze psicologiche durature.

L’insoddisfazione corporea associati a questi fenomeni è stata collegata a numerosi disturbi di salute mentale, tra cui:

  • Ansia: legata al confronto constante con standard estetici artificiali e alla paura del giudizio altrui
  • Depressione: derivante da una bassa autostima e dal senso di inadeguatezza rispetto alle immagini idealizzate viste online.
  • Disturbi dell’immagine corporea: percezione distorta del proprio aspetto fisico, spesso aggravata dalla manipolazione continua delle proprie foto tramite filtri.
  • Disturbi alimentari: come anoressia e bulimia, che possono insorgere nel tentativo di modificare il proprio corpo per aderire a canoni estetici socialmente imposti.
  • Esercizio fisico eccessivo: utilizzato come mezzo per controllare l’aspetto corporeo, spesso in modo ossessivo e non salutare.
  • Isolamento sociale: dovuto al disagio provato nell’esporsi alla vita reale senza i ‘filtri’ virtuali.

5 consigli utili per difendere l’autostima nell’era dei filtri

A volte ci abituiamo a vederci solo attraverso i filtri dei social, ma il nostro valore non dipende da un’immagine ritoccata. Ecco cinque modi pratici per prenderci cura della nostra autostima ogni giorno.

  1. Ridurre il tempo trascorso online, creando confini digitali. Utilizzare timer e limiti di tempo per lo schermo, disattivare le notifiche, tenere il telefono fuori dalla camera da letto e creare zone ‘senza dispositivi’ può aiutare a ristabilire un rapporto più sano con la tecnologia.
  2. Aumentare la consapevolezza sull'utilizzo dei filtri. Essere informati su come funzionano i filtri e sul loro impatto psicologico aiuta a distinguere le immagini ritoccate dalla realtà, promuovendo una visione più realistica e sana del corpo.
  3. Incoraggiare l'accettazione di sé. Strategie come riconoscere i propri punti di forza, usare frasi gentili verso sé stessi (‘vado bene così come sono”) e praticare la mindfullness con esercizi di respirazione o scrittura possono aiutare a sviluppare una visione più positiva del proprio corpo.
  4. Curando un feed social sano e stimolante. Gli algoritmi dei social media rispondono ai nostri interessi: seguire contenuti positivi e realistici può modificare ciò che vediamo quotidianamente.
  5. Cercare supporto, sia tra pari che da professionisti. Parlare con amici fidati, unirsi a gruppi di supporto o rivolgersi a uno psicologo può fare la differenza nel costruire un’immagine di sé più solida.

Come può aiutare un adulto di riferimento?

Nel mondo digitale di oggi, i genitori svolgono un ruolo fondamentale nel promuovere un’immagine corporea sana per i propri figli. Ecco alcuni modi concreti per offrire supporto:

  • Parlare apertamente dei filtri e dei social media. Spiegare come funzionano i filtri e che molte immagini online sono modificate. Aiutare i figli a distinguere tra realtà e finzione rafforza il pensiero critico.
  • Dare l’esempio. Mostrare un atteggiamento positivo verso il proprio corpo aiuta i giovani a fare lo stesso. Evitare commenti negativi su sé stessi o sugli altri davanti ai figli è fondamentale.
  • Promuovere la diversità e la bellezza autentica. Incoraggiare l’apprezzamento per corpi, volti e stili diversi. Guardare insieme contenuti che rappresentano persone reali, con difetti e caratteristiche uniche, può normalizzare la varietà.
  • Ascoltare senza giudicare. Creare uno spazio sicuro dove i figli possano esprimere dubbi o insicurezze senza sentirsi criticati. L’ascolto attivo rafforza la fiducia e il legame familiare.
  • Offrire esperienze gratificanti. Favorire attività che valorizzino talenti, creatività e capacità, come lo sport, l’arte, o il volontariato, aiuta i ragazzi a trovare valore al di là dell’aspetto fisico.
  • Coinvolgere figure di supporto, se necessario. Se un figlio mostra segnali di disagio legati all’immagine corporea, non esitare a cercare l’aiuto di uno psicologo o di uno specialista.

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