“Come sto, come stai, come stiamo?”
Abbattere la timidezza per conoscersi meglio: far capire ai ragazzi/e l’importanza di esprimere sé stessi e di sentirsi liberi di parlare.
A cura della Prof.ssa Amelia Mazzocca
INTRODUZIONE
In un periodo come quello pandemico e post-pandemico e in una fase di crescita molto delicata, come l’adolescenza, diventa fondamentale ascoltare i ragazzi/e ed insegnare loro ad ascoltare sé stessi e a condividere i propri stati d’animo per farli sentire protagonisti del processo di crescita e fornire loro strumenti emotivi importanti per affrontare le difficoltà che incontrano.
La condivisione empatica e l’espressione del proprio “sentire” permettono agli adolescenti di creare una cultura affettiva di gruppo che può diventare una solida “base d’appoggio” per affrontare le tempeste emotive, i pensieri irrazionali, la confusione dei cambiamenti, i conflitti interiori.
A volte i ragazzi/e sono convinti di non poter esprimere il loro pensiero, di non poter aprirsi all’altro, perché ciò li renderebbe sciocchi, ridicoli, incompresi e accrescerebbe il loro senso di solitudine interiore: nel periodo adolescenziale il giudizio altrui e il desiderio di accettazione sono talmente importanti da spingere i giovani a preferire un dolore piuttosto che chiedere aiuto. Allo stesso modo è per loro difficile comprendere che spesso ciò che provano non è strano, non è singolare né ridicolo, ma, anzi, quel pensiero “segreto” e quella sensazione “particolare” li rendono in realtà molto simili ai loro pari, pur nella propria unicità.
I ragazzi/e hanno bisogno di esprimere ciò che provano, di sentirsi liberi di parlare, di sapere che c’è chi li ascolta e di comprendere che ognuno ha il suo “dentro” che non deve essere tenuto nascosto.
Obiettivi:
• Favorire la meta-comunicazione emozionale
• Sentirsi parte di un gruppo
• Educare all’ascolto
ATTIVITÀ IN SEMPLICI PASSI:
A) Fase preparatoria: l’adulto di riferimento spiega al gruppo dei ragazzi/e ciò che si accingono a fare, ponendo l’attenzione soprattutto sul sentirsi liberi, sul non avere limiti imposti, né di tempo né di linguaggio, e sull’importanza di ascoltare sé stessi e gli altri
B) Fase 1 - “COME STO?”: un ragazzo/a, volontario oppure indicato dall’adulto di riferimento, si alza e ad alta voce pone a sé stesso la domanda “Come sto?” e inizia a parlare dei suoi pensieri, delle sue emozioni, dei suoi dubbi, delle sue certezze, di ciò che va bene e di ciò che va male. Può parlare liberamente, per 1 minuto o per 10 minuti; può tirar fuori sé stesso oppure limitarsi a un semplice “sto bene”. Tutti lo ascoltano in silenzio, senza fare commenti
C) Fase 2 - “COME STAI?”: il ragazzo/a, terminato il proprio discorso, liberamente si rivolge a un compagno e chiede “E tu, come stai?”. A questo punto il secondo ragazzo/a ripete la Fase 1 rivolto a sé stesso. Il percorso procede di ragazzo/a in ragazzo/a, sino all’ultimo, che rivolge la domanda all’adulto. E’ dunque l’adulto stesso a mettersi a nudo come hanno fatto i ragazzi/e, nel modo che preferisce
D) Fase 3 - “COME STIAMO?”: terminato il racconto emotivo di ognuno e l’ascolto reciproco, l’adulto inizia a soffermarsi su quanto detto, invitando i ragazzi/e alla riflessione, al confronto, all’analisi di quanto ascoltato e delle sensazioni provate. Si parla di ciò che accomuna più persone, ma anche di ciò che le differenzia. Si riflette sulla leggerezza del sentirsi liberi di dire ciò che si prova, liberi di chiedere aiuto o semplice chiarimento, liberi di esprimersi sapendo di essere ascoltati e mai giudicati, liberi di sapere che l’adulto è lì per loro, liberi di sentirsi parte di un gruppo di “pari” in tutti i sensi, liberi di essere sé stessi, liberi di stare bene, ma anche di stare male senza paura né vergogna. L’attività può poi essere ripetuta più volte e i ragazzi/e raggiungeranno così pian piano la consapevolezza che chi è disposto ad ascoltarli c’è sempre, non una tantum, e imparano sempre più a esprimere le proprie emozioni superando anche la timidezza o l'imbarazzo della prima volta
DURATA
120 minuti.