Dipendenza da chat, internet, cellulari, videogiochi

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A cura di Luciano Rispoli, psicologo, psicoterapeuta, fondatore della Psicologia Funzionale (Neo-Funzionalismo) e della Teoria delle Esperienze di Base del Sé. 

Bambine, bambini, e adolescenti sono sempre più “connessi”: fino ad arrivare a una "dipendenza da Internet".

INTRODUZIONE

Troppo tempo davanti a uno schermo, che sia per mandare un messaggio o giocare con il videogioco preferito o essere nei social, può far male allo sviluppo del bambino/a, fino a creare una sorta di dipendenza come si sta verificando sempre più spesso. Per questo è importante che i genitori diano dei limiti. 

Obiettivo:

•  Aiutare i propri figli/e a ritrovare momenti di quotidianità e realtà, a saper controllare l’impulso di accedere continuamenti a dispositivi digitali

SUGGERIMENTI UTILI per gli adulti di riferimento:

•  Quando queste attività diventano troppo presenti nella vita dei nostri figli/e è segno che si sta instaurando un comportamento ossessivo con il pericolo dell’insorgere di una dipendenza. Bisogna riportare i bambini/e a momenti di allenamento di un eccessivo controllo o concentrazione dura che queste attività richiedono

•  Dipendenza significa che si è persa autonomia, che non se ne può fare a meno. Portiamo i bambini/e a disintossicarsi gradualmente diminuendo a poco a poco le ore in cui possono utilizzare questi media

•  Un antidoto forte sta nel far ritrovare momenti di un piacere diverso, e anche differenziati tra loro: piacere nei giochi, nel movimento, nell’attività sportiva, in qualche hobby

•  L’attività sul cellulare permette sì un po’ di creatività, ma è una creatività racchiusa in limiti predisposti. Facciamo sperimentare una creatività più libera: nel disegnare, nella musica, nel creare oggetti artistici, purché non con modalità ripetitive e ossessive

•  Questo tipo di dipendenza crea contatti quasi esclusivamente virtuali, e dunque non necessariamente reali. Facciamo rivivere il contatto vero: con noi genitori, con gli amici, un contatto fisico, con lo sguardo, con un animaletto, persino con la natura

•  Dipendenza significa anche che il bambino/a è chiuso in questo mondo. Dobbiamo riportarlo ad aprirsi, specie con noi genitori, a sentirsi di nuovo protagonista, raccontare di sé mentre lo ascoltiamo con interesse. Pian piano ritornerà a condividere e scambiare parte della sua vita con parte della nostra e viceversa. Ma deve essere una condivisione di cose profonde e importanti non come quelle che si scambiano continuamente in chat

•  La dipendenza costringe a una continua dannosa immobilità, con evidente perdita di vitalità. Riportiamo bambine e bambini alla vitalità con movimenti energici, corse, giochi di movimento, attività fisica intensa e piacevole. Alla fine, tutto questo diventerà più attraente delle attività immobili con i media

•  Non per ultimo, un aiuto importante lo può dare anche il recupero del gusto del bello: ritrovare la bellezza della natura, passeggiate in montagna, in bici nelle campagne, nei posti più belli nei quali si possono fare delle gite. Il bello della natura calma l’animo e restituisce il desiderio di ritornare all’esterno piuttosto che attaccarsi ai media chiusi in sé

EBS

AUTONOMIA

CREATIVITA’

PIACERE

CONTATTO

CONDIVISIONE

CONTROLLO

VITALITA’

IL GUSTO DEL BELLO

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