“EMOTICA: in cerchio con le emozioni”
La narrazione come azione fondamentale per favorire i processi di interazione, conoscenza, dialogo e ascolto tra bambini/e.
A Cura di Nicoletta Di Genova, Dipartimento di Scienze Umane, Università degli Studi dell’Aquila
INTRODUZIONE
L'attività, sperimentata in numerosi contesti scolastici, ha come scopo il miglioramento delle relazioni in classe attraverso l'educazione emotiva. Nel proporre l’attività in contesti post-emergenziali è importante badare alla tempistica, è consigliato evitare la fase acuta dell’emergenza e scegliere la fase di ristabilimento. La funzione di Emotica è quella di permettere ai bambini/e di riconoscere le emozioni ed esprimerle, incanalandole nella giusta direzione, per far sì che la parte emotiva sia di supporto alla resilienza e non un ostacolo.
Obiettivi:
• Favorire la conoscenza e la consapevolezza delle emozioni provate individualmente
• Favorire le relazioni all’interno del gruppo classe lavorando sull’empatia, sulla condivisione di esperienze e sulla cooperazione
• Lavorare sull’acquisizione di competenze di comunicazione empatica
ATTIVITA’ IN SEMPLICI PASSI:
• I bambini/e e l’adulto di riferimento, dopo essersi disposti in cerchio, si presentano e lo fanno passandosi un gomitolo di lana, i membri del gruppo sono invitati dall’adulto a presentarsi molto brevemente. (Come mi chiamo, che cosa mi aspetto, etc. )
• L’adulto si presenta e, tenendo stretto il capo del filo lancia il gomitolo ad una persona di sua scelta. Così, per tutti i partecipanti, fino ad ottenere, oltre alle presentazioni, una ragnatela di filo di lana che rappresenterà, non solo le interconnessioni e l’incontro del gruppo ma evocherà anche l’idea di trama della storia che si narrerà nell’arco dell’attività
• Successivamente si chiede ai bambini/e di raccontare al gruppo la loro idea di eroe, che caratteristiche ha un eroe e se pensano di conoscerne qualcuno; in questa fase dell’attività, pensando ai genitori, fratelli o altri membri della famiglia, i partecipanti cominciano a prendere contatto con la possibilità che ognuno di noi può essere un eroe. Immedesimarsi con la figura dell’eroe/eroina permette di rendere i bambini consapevoli delle proprie risorse potenziando l’autostima e la resilienza
• Il gioco continua a lavorare su autostima e resilienza utilizzando lo strumento cardine di Emotica che è rappresentato dalle carte: viene chiesto ai componenti del gruppo di estrarre una carta dal mazzo contenente un’emozione o uno stato d’animo provato da un eroe o una eroina. Le carte si riferiscono ad emozioni che tutti sperimentano e che sono lo stimolo per trovare tra i propri ricordi eventi, fatti, circostanze, in cui il bambino/a abbia sperimentato la sua forza interiore.
• Si chiede poi di pensare ad un episodio in si è stati eroi e si è provata l’emozione riportata sulla carta. A quel punto si distribuiscono fogli e colori e si chiede di rappresentare quell’episodio liberamente, usando un disegno o la scrittura, ogni bambino/a ha 15 minuti di tempo per rappresentare l’episodio. Va chiarito che i contenuti saranno condivisi. Scrivendo la propria storia, ogni partecipante al gruppo entra in contatto con le proprie emozioni e, trasferendole sul foglio le consapevolizza
• Successivamente si chiede ai bambini/e di condividere con gli altri membri del gruppo la propria storia. La narrazione si connota, in questo momento del gioco, come strumento di conoscenza di sé: raccontando la propria storia il bambino/a entra in contatto con la propria emotività. In questa fase “Emotica” si caratterizza anche come valido strumento di prevenzione e analisi del disagio
• Alla fine del giro, quando tutti avranno raccontato la propria storia, si chiede al gruppo di formare un’unica grande storia in cui si incontrino i racconti di tutti; nell’arco di un tempo di sessanta minuti viene chiesto ai partecipanti di cooperare alla stesura della storia, che potrà essere organizzata in modo sintetico per sequenze narrative, di inventarne il titolo e di inserire tutti i fogli con i disegni o i racconti, in un unico cartellone che conterrà la storia di tutta la classe. In questa fase si avviano tutta una serie di interazioni che lavorano sul problem solving e sulla mediazione. I bambini/e dovranno mettere insieme le loro capacità creative e trovare delle soluzioni comuni e condivise per raggiungere l’obiettivo. Nel post-contatto, i bambini/e raccontano la storia che ne è venuta fuori e, sempre in circle time, si chiede di condividere l’emozione che si prova in quel momento
• Infine si chiede ai bambini/e di compilare un Diario, al fine di favorire la consapevolezza del processo avvenuto durante l’attività; inoltre il diario si configura come strumento di ricerca, al fine della raccolta di dati qualitativi e quantitativi rispetto alle emozioni provate e al grado di coinvolgimento.
SUGGERIMENTI PER GLI ADULTI DI RIFERIMENTO CHE CONDUCONO L'ATTIVITÀ:
Emotica è un'attività pensata per i bambini/e e applicabile anche in contesti adulti per agevolare l'incontro con l'altro e atteggiamenti inclusivi, attraverso lo strumento della narrazione, chiamando in gioco le emozioni per facilitare lo sviluppo della comunicazione empatica e della capacità di ascolto attivo.
L’espressione autentica delle emozioni ha bisogno di un contesto libero, accogliente, empatico, rispettoso, non giudicante e costruttivo, tutti elementi che sono alla base della formazione di un sano rapporto con se stessi, con l’altro e con l’ambiente. È possibile creare il luogo adeguato tenendo presenti i seguenti punti:
• Organizzare lo spazio per la condivisione: l’ambiente deve essere bello e pensato assieme. È importante che ognuno abbia “personalizzato” la stanza e che il risultato finale sia condiviso e organico. È buono che ognuno occupi un posto comodo in cui possa sentirsi a proprio agio
• Adottare una comunicazione empatica:
- Ascolto attivo: ascoltare attivamente l’altro entrando in contatto e comprensione empatica con i vissuti che sta raccontando, prestando totale attenzione al suo mondo fenomenologico; è importante captare anche quello che il nostro interlocutore ci trasmette oltre le parole, con attenzione ai gesti, alla postura, allo sguardo ecc.
- Riformulazione in positivo: riproporre all’altro quello che ci è giunto dal suo messaggio chiedendone conferma (“mi stai dicendo che…”) al fine di verificarne la corretta comprensione e per dimostrare la propria attenzione. Riformulare il contenuto mettendo in luce gli aspetti positivi della sua esternazione
- Condividere i propri vissuti personali esprimendoli in prima persona attraverso il “messaggio io”, seguendo queste fasi: 1. Descrizione del comportamento (Quando tu fai…) - 2. Descrizione dello stato d’animo (Io mi sento…) - 3. Descrizione delle conseguenze concrete (Perché…)
• Astenersi da:
- Valutare sia positivamente sia negativamente chi si ha di fronte, in modo da creare un rapporto di totale libertà e da evitare il danneggiamento dell’idea di sé del bambino/a
- Interpretare i pensieri del bambino/a: potrebbe sentirsi incompreso o mortificato
- Minimizzare le sue problematiche e limitarsi alla cosiddetta “pacca sulla spalla”, il bambino/a può interpretare negativamente la rassicurazione dell’adulto di riferimento concludendo di non essere stato capito
- Fornire consigli fuorviando il bambino/a dall’eventuale soluzione che autonomamente aveva trovato: questo abbassa l’autostima nel bambino/a perché l’adulto comunica di non aver fiducia in lui
- Indagare attraverso domande chiuse, di curiosità o non pertinenti alla comunicazione, sottoponendo il bambino/a ad un vero e proprio interrogatorio, questo porterà ad una chiusura difensiva
DURATA
La durata media di questa attività è di 180 minuti
MATERIALI
Le carte di Emotica, fogli e colori, un cartellone